domenica 29 marzo 2020

STEP #04: DISTRUGGERE NELLA MITOLOGIA

MITO DI NARCISO 

Narciso: la storia di un inguaribile egoista - La Mente è Meravigliosa
"Eco e Narciso" (1903), di John William Waterhouse

Esso può essere considerato come uno dei miti più famosi dell'intera mitologia; è presente in tre versioni: ellenica, pausania e romana. Il mio obiettivo è quello di focalizzarmi su quest'ultima versione.

TRAMA IN SINTESI

"Figlio del dio fluviale Censo e della ninfa Lirope, una delle Oceanine, secondo la leggenda Narciso fu meravigliosamente bello, ma senza saperlo. La madre, dopo aver consultato l'indovino Tiresia sul destino del figlio, ebbe una risposta ambigua: egli sarebbe vissuto finché non si fosse conosciuto. Le parole sibilline non furono comprese dalla donna, ma la spiegazione dell'enigma non si fece attendere per molto.Appassionato della caccia, Narciso percorreva, instancabile, boschi e monti; e, in uno di questi, si incontrò con la ninfa Eco che s'innamorò perdutamente di lui ma Narciso non volle corrispondere il suo amore, ritenendosi troppo bello per potersi accompagnare con una semplice ninfa. Eco soffrì terribilmente per questo amore irriconoscente, e perse la sua forza invocando Narciso: di lei non restò che la voce - né le ossa né i capelli, né l'ombra - e si spense pian piano, limitandosi a ripetere l'ultima sillaba dei viandanti che passavano lungo la sua strada.Fu allora che Nèmesi, la terribile dea che puniva i falli e le dolcezze degli uomini, mossa a pietà della infelicissima ninfa, decise di vendicarla. Condusse Narciso sulla sponda d'una fonte le cui acque limpide e terse gli rimandarono come in uno specchio, l'immagine della sua bellezza: e Narciso, che non si era mai visto, vinto dall'ammirazione per l'immagine riflessa, non trovò più la forza di staccarsene.Narciso morì consunto dal più vano e ridicolo amore, mutato dalla dea vendicatrice nel fiore che conserva il suo nome, e che gli antichi, per questo, avevano consacrato alle Furie."

RIFLESSIONI

“Io sono io! L’ho capito, l’immagine mia non m’inganna più!
Per me stesso brucio d’amore, accendo e subisco la fiamma!
Che fare? Essere implorato o implorare? E poi cosa implorare?
Ciò che desidero è in me: un tesoro che mi rende impotente.
Oh potessi staccarmi dal mio corpo!
Voto inaudito per gli amanti: voler distante chi amiamo!
Ormai il dolore mi toglie le forze, e non mi resta
da vivere più di tanto: mi spengo nel fiore degli anni.
No grave non mi è la morte, se con lei avrà fine il mio dolore;
solo vorrei che vivesse più a lungo lui, che tanto ho caro.
Ma, il cuore unito in un’anima sola, noi due ora moriremo.”
(Ovidio, Le Metamorfosi, Libro VIII)
In questo mito è possibile osservare come la distruzione non avvenga sempre per causa di forze esterne, ma come in alcuni casi anche senza accorgercene siamo noi stessi la causa del nostro annientamento che sia spirituale o fisico, causando un processo di autodistruzione.
Inoltre in questo mito si vuole trasmettere come l'amore e la bellezza non siano sempre elementi positivi, infatti sarà proprio la bellezza a provocare la morte del protagonista proprio a causa di un amore malsano verso se stesso. Purtroppo ne finirà vittima anche la ninfa Eco, la quale non accettò il rifiuto da parte dell'egocentrico Narciso e con il cuore a pezzi, la ninfa si rinchiuse a vivere in valli solitarie fino a spegnersi.

FONTE DELL'IMMAGINE 
https://lamenteemeravigliosa.it/narciso-la-storia-di-un-inguaribile-egoista/

FONTE DELLE INFORMAZIONI
https://www.studenti.it/mito-di-narciso-riassunto.html


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